Il 17, 18, 19 febbraio si è svolta nel capoluogo toscano la prima edizione di Firenze Libro Aperto. A fare da cornice, la maestosa Fortezza da Basso: il padiglione Spadolini ha accolto il primo festival del libro della città. Effettivamente, una kermesse culturale mancava a Firenze, perciò l’iniziativa è stata accolta dalla sottoscritta con grande entusiasmo e la mattina di sabato 18 sono andata a visitare personalmente la fiera.
La volontà degli organizzatori era quella di allestire un festival a cui partecipassero tantissime case editrici, e non solo quelle più grandi e famose, così da dare risalto anche alla media e piccola editoria, che di solito fatica molto a trovare spazio in manifestazioni del genere a causa del costo piuttosto elevato per il noleggio dello stand. Dunque Firenze Libro Aperto ha deciso, per prima cosa, di rendere i prezzi accessibili a tutti, inclusi gli stessi visitatori (con lo sconto di 2 € riservato ai soci Coop, sabato ho pagato 8 € per l’entrata, tariffa decisamente più bassa se comparata con manifestazioni simili organizzate nel resto d’Italia).

Uno spazio per i visitatori, grandi e piccini
Gli espositori erano circa 150. Non pochi, anche se gli stand, a parte qualche eccezione come il Gruppo Giunti, erano piuttosto piccoli. Ho apprezzato comunque il fatto che la fiera non fosse di dimensioni esagerate tanto da perdercisi dentro. Nella tranquillità delle prime ore ho avuto l’opportunità di girellare tranquilla per il padiglione e fare così incontri interessanti a livello lavorativo (in effetti ero andata al festival anche per cercare contatti nel mondo editoriale) e di scoprire delle vere e proprie perle (materiale prezioso per il mio blog, di cui vi parlerò nei prossimi post). Devo dire, perciò, che l’esperienza è stata piacevole. E credo lo sia stata per molti, visto il positivo riscontro dei numerosi visitatori.
Il programma, inoltre, era fitto di appuntamenti. Forse anche troppi, perché – essendo organizzati tutti in uno spazio condiviso – a volte le voci si sovrapponevano e non era facile seguire gli interventi. Mi sono accorta, purtroppo con rammarico, che venerdì erano in programma una tavola rotonda sulla traduzione molto interessante, “Due teste e quattro mani – traduzione e autorevisione in tandem”, e l’incontro “La traduzione e il rapporto con l’autore”. In compenso, sabato ho potuto seguire uno stimolante dibattito dal titolo “Editoria tradizionale, self publishing, autori ibridi: in quale direzione va l’editoria”?, in cui veniva illustrato il panorama editoriale contemporaneo fra la sempre maggiore ascesa degli e-book e la resistenza del libro cartaceo (anche questo, tema di uno dei miei prossimi articoli).

Una delle sale dedicate agli incontri
Personalmente, credo che lo spazio riservato alla traduzione sia stato poco. È vero che forse parlo da appassionata e professionista, ma credo che in festival del genere sia importante dare voce sì agli scrittori, ma anche ai traduttori, veicolo della voce autoriale straniera nel nostro paese e perciò figure indispensabili all’interno della filiera editoriale.
A parte ciò, l’unica nota davvero negativa che ho riscontrato è stato l’aver invitato i politici a parlare a una manifestazione del genere. A parte il fatto che l’unico che si è presentato è stato il leader della Lega Nord Salvini (e questo la dice lunga sull’interesse della nostra classe politica alla vita culturale del paese), non critico la scelta in quanto tale. In realtà, infatti, sarebbe interessante conoscere l’opinione dei politici riguardo la situazione editoriale italiana e magari scoprire anche i loro gusti in fatto di letture. Il problema è che i nostri deputati non sono in grado di esimersi dall’infierire, in un modo o nell’altro, sull’avversario e questo mi disturba in maniera indicibile, soprattutto in una manifestazione del genere (qui potete trovare l’articolo dedicato all’intervento di Salvini).
Punto decisamente a favore, invece, il programma per ragazzi e bambini. Laboratori (di lettura, d’arte, di illustrazione), incontri con gli autori, spettacoli teatrali con letture e tanto altro. Questi eventi sono degli strumenti essenziali per avvicinare il bambino alla lettura in maniera ludica e creativa e farne così un futuro lettore “forte”.

Espositore dedicato ai giovani lettori
In conclusione, considerando i pro e i contro, per me è sicuramente pollice recto per Firenze Libro Aperto e spero che questa sia solo la prima di una lunga serie di edizioni. Manifestazioni del genere sono sempre le benvenute, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per tutti i cittadini. Con la speranza che possano invogliare a prendere un libro o un e-book tra le mani e dedicare qualche ora alla settimana alla lettura, risollevando così lo stato deprimente in cui versa il (non)lettore italiano.
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